Intolleranza al caffè: sintomi e rimedi

Il caffè è considerato uno degli alimenti più apprezzati su scala mondiale, simbolo da sempre della pausa relax oppure della classica colazione per risvegliarsi dal torpore prima di recarsi al lavoro. Tuttavia, in pochi sanno dell’esistenza dell’intolleranza al caffè; in questo articolo scopriamo proprio di cosa si tratta e come riconoscerla attraverso i sintomi, nonché i possibili rimedi.

Intolleranza al caffè: come si manifesta

Quando si parla di intolleranza alimentare, le prime vivande che possono venire in mente sono i latticini e tutto ciò che contiene glutine, ma di quella legata al caffè molte persone ne sanno poco o nulla.

In realtà si tratta di una situazione piuttosto frequente, dal momento che la bevanda occupa una parte essenziale della nostra cultura gastronomica e non di rado si abusa della sua assunzione, provocando delle conseguenze in tutto l’organismo. Ecco, quindi manifestarsi i sintomi dell’intolleranza al caffè, che possono essere così sintetizzati:

  • Bruciore al naso e lacrimazione agli occhi;
  • Respiro sibilante e tosse;
  • Crampi allo stomaco;
  • Tachicardia e pressione alta;
  • Spasmi muscolari;
  • Insonnia;
  • Disturbi emotivi, come ansia, sensazione di disagio, sbalzi d’umore e irritabilità.

Intolleranza al caffè: i rimedi

Se leggendo il paragrafo precedente hai riscontrato di manifestare uno o più sintomi, il nostro consiglio è quello di non sottovalutare le problematica, ma di rivolgersi quanto prima ad un allergologo, per effettuare un test specifico e dissipare ogni dubbio. Ad intolleranza al caffè conclamata, generalmente la prassi da seguire prevede l’eliminazione della bevanda per almeno 30 giorni dalla propria dieta, per consentire al corpo di disintossicarsi completamente e ripristinare il naturale equilibrio psicofisico.

Tieni presente che la sostanza implicata è la caffeina; pertanto, sarebbe opportuno eliminare tutti gli alimenti che la contengono o che comunque agiscono sull’organismo in modo simile, ovvero non solo il caffè, ma anche le bibite energetiche o gassate, il tè, le barrette proteiche, cacao e cioccolato.

Superato il periodo di disintossicazione, sarà premura dello stesso specialista reintrodurre la sostanza poco alla volta, attraverso un piano alimentare specifico, per consentire al tuo corpo di tollerarla senza provocare malesseri.

Ricorda che, se proprio non riesci a rinunciare alla deliziosa bevanda, puoi sempre sostituirla con delle valide alternative, come il caffè d’orzo oppure di cicoria; per quanto riguarda il caffè decaffeinato, sarebbe opportuno consultare il medico, in quanto contiene sempre una percentuale di caffeina, seppur irrisoria.

Intolleranza al caffè: perché non trascurarla

È fondamentale non trascurare l’intolleranza al caffè già al manifestarsi dei suoi primi sintomi, poiché nel corso del tempo potrebbero peggiorare, in relazione al livello di infiammazione presente lungo il tratto digerente.

Ciò significa che andresti a sviluppare una vera e propria allergia, con manifestazioni fisiche ben più gravi, tali che possono persino portarti a correre in ospedale.

Ecco quali sono i sintomi di un’allergia al caffè:

  • Crampi allo stomaco e all’intestino;
  • Nausea e vomito;
  • Diarrea;
  • Tosse e difficoltà respiratorie;
  • Pulsazioni deboli e improvvisi attacchi di pressione alta;
  • Eruzioni cutanee di vario genere, come bolle, arrossamenti o eczemi.

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