Caffè decaffeinato fa male?

Il caffè è una delle bevande più apprezzate nel mondo e nel nostro paese fa ormai parte di una tradizione culinaria di tutto rispetto. Tuttavia, non tutti riescono a digerirlo o a sopportare il suo potere eccitante, costringendo a ricorrere alla sua variante quasi del tutto priva di caffeina.

Eppure, sono molte le notizie che riguardano questo prodotto, alcune decisamente allarmanti, vedendolo persino cancerogeno. Ma è vero che il caffè decaffeinato fa male? Lo prendi come alternativa al caffè normale?

Come nasce il decaffeinato

Devi sapere che il caffè decaffeinato ha una storia non molto recente e risale agli inizi del XX secolo, quando il tedesco Ludwing Roselius ideò un processo per eliminare la caffeina dai noti chicchi attraverso il vapore. Il risultato venne poi venduto con il marchio che ancora oggi conosciamo con il nome di HAG.

Al giorno d’oggi le procedure si sono diversificate e, poiché alcune di queste suscitano dei dubbi riguardo la loro salubrità, nel corso del tempo sono nate delle teorie secondo cui lo stesso caffè decaffeinato sarebbe nocivo per la nostra salute.

Quello più diffuso e anche più complesso utilizza le variazioni di stato dell’anidride carbonica, che agisce come solvente per la caffeina, andando ad estrarla senza intaccare il naturale aroma sprigionato dai chicchi del caffè. Da tener presente che, qualunque sia il processo utilizzato, si lavora sempre sui grani ancora verdi.

Il risultato sarà sempre quello di una polvere che non contiene più dello 0,1% di caffeina.

Il caffè decaffeinato fa male?

A questo punto ti starai chiedendo se effettivamente questa bevanda alla fine andrà a nuocere alla salute e la risposta non può essere univoca, prima di tutto perché qualunque sia il processo di decaffeinizzazione adottato, comunque un residuo della caffeina rimarrà sempre nel composto. Ciò significa che per quanto sia esiguo, ha degli effetti sulla tua salute, soprattutto se soffri di particolari patologie.

Entrando più nello specifico, se soffri di gastrite o reflussi ricorrenti, sarebbe da evitare completamente. Stesso discorso nel caso in cui hai particolari disturbi legati alla sfera emotiva, come insonnia, nervosismo, ansia, palpitazioni ecc. Questo perché anche il decaffeinato, con la sua minima percentuale di caffeina, può portarti alle tipiche conseguenze previste per il caffè normale.

Infine, da tenere presente che tutti i tipi di caffè subiscono lo stesso trattamento di torrefazione che, se da una parte gli conferisce un aroma più piacevole, dall’altra favorisce l’accumulo di sostanze tossiche come l’acrilamide, sostanza cancerogena presente anche nei fritti e nelle pietanze grigliate. Ecco perché il suo consumo quotidiano non deve eccedere mai le quattro o cinque tazzine, per un totale di 400 milligrammi.

I benefici del caffè

È anche vero che non sarebbe giusto demonizzare questa deliziosa bevanda, che oltre ad avere un sapore piacevole conserva anche delle ottime proprietà nutrizionali.

Posto che il consumo deve essere moderato e occasionalmente consigliato da parte del proprio medico curante (in presenza di patologie particolari o in gravidanza), è innegabile il suo potere energizzante, che la rende anche una bevanda preferita per iniziare la giornata con il piede giusto.

Oltre a ciò, anche se si dovesse trattare di caffè decaffeinato, possiede comunque un potere anoressizzante, ovvero va a stimolare leggermente il metabolismo basale, donandoti al contempo una sensazione di sazietà, riducendo così il rischio di cedere alla fame nervosa o a snack poco salutari fuori pasto.

Il caffè ha anche la capacità di ridurre i livelli di colesterolo, agire come antinfiammatorio e persino aiutarti a far passare l’emicrania, grazie al suo potere vasocostrittore. Non è un caso, infatti, se molti farmaci analgesici contengono la caffeina fra i propri ingredienti.

In sostanza, il caffè decaffeinato di per sé non fa male, ma va comunque consumato con moderazione.

Lascia un commento